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La volontà di definire attraverso l’architettura un nuovo paesaggio

Il progetto di ampliamento di un serbatoio esistente per la realizzazione di una centralina idroelettrica diventa l’occasione per riconsiderare gli elementi tecnologici che spesso vengono realizzati tenendo conto esclusivamente di questioni funzionali senza ricercare un rapporto chiaro ed eloquente con il contesto in cui sono inseriti.

Da qui la volontà di ricercare una forma chiara che unisca gli aspetti funzionali dell’opera con una forte valenza paesaggistica capace di creare rapporti significativi con il contesto.

Una forma semplice che trova espressione in una figura regolare, costituita da un guscio duro in calcestruzzo armato a forma di L rovesciata che racchiude una parte più morbida rivestita in pannelli di legno di larice.

Un elemento semplice ed unico e stabile che si distingue con chiarezza dalle “forme” naturali.

L’artefatto dialoga con il paesaggio realizzando un processo di fusione tra ambiente e costruito, esprimendo la volontà di definire attraverso l’architettura un nuovo “paesaggio”.

La dimensione astratta degli interni rivestiti con blocchi di calcestruzzo fonoassorbente accoglie “silenziosamente” la turbina ed il gruppo di generazione elettrica.

 

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